Si sono svolte stamattina a Comacchio, presso il Largo “Martiri delle Foibe”, le celebrazioni dedicate al Giorno del Ricordo alla presenza del Sindaco di Comacchio, dell’Assessore all’associazionismo Cinti, dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine e delle associazioni Combattentistiche e D’arma.
Durante la cerimonia, rito solenne dell’alzabandiera e deposizione di una corona di fiori al Cippo commemorativo.
Presente alla commemorazione anche Adriana Giacci, a nome dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, che ha condiviso pubblicamente la sua testimonianza personale e familiare.
La Legge n. 92 del 30 marzo 2004 recita all’Art. 1: “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del Ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Il Sindaco di Comacchio, Pierluigi Negri:
“Per molto tempo questa pagina tragica della nostra storia è stata colpevolmente taciuta e, nei casi più estremi, imperdonabilmente negata prestando il fianco a operazioni di revisionismo e negazionismo militante e, cosa peggiore, commettendo un gravissimo torto alla memoria di cittadini italiani”.
“A partire dal 1943 gli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia furono costretti a subire, sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi del Maresciallo Tito, terribili sofferenze culminate per molti di loro nel sacrificio più alto, quello della vita.
“L’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fa parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa.”
“Nella società e nell’opinione pubblica stanno sbocciando, superando antichi steccati ideologici, sentimenti di fratellanza, solidarietà e commossa partecipazione per la sorte di queste nostre sorelle, di questi nostri fratelli”.
“Il nostro impegno, dei presenti e di coloro che si uniscono a questa doverosa commemorazione, affinché a quel dolore, a quelle sofferenze, a quelle vite, sia riconosciuta, nella memoria collettiva e nella coscienza nazionale, piena legittimità e diritto di cittadinanza”.
“Siamo e saremo qui, tutti insieme, per rendere onore a ciascuna di quelle storie, per rendere onore alla storia del nostro Paese”.