Dagli Estruschi al Medioevo e non solo

Gli scavi archeologici dell'Università Ca' Foscari a Comacchio restituiscono tracce di un edificio di epoca romana

Data di pubblicazione:
28 Giugno 2023
Dagli Estruschi al Medioevo e non solo

L’archeologia continua a contribuire alla storia di Comacchio. La campagna di scavi archeologici 2023 condotta dai ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia in collaborazione con il Comune di Comacchio e la Soprintendenza ha portato a interessanti rinvenimenti presentati oggi alla presenza di Pierluigi Negri, Sindaco del Comune di Comacchio, Carolina Ascari Raccagni, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Sauro Gelichi, Direttore scientifico degli scavi e docente di Archeologia medievale dell'Università Ca' Foscari Venezia (Dipartimento di Studi Umanistici) e Alessandro Alessio Rucco, Direzione sul campo, (Dipartimento di Studi Umanistici).

Nuovi importanti materiali e contesti archeologici sono emersi nel territorio di Comacchio, in occasione degli scavi che sta conducendo in questi giorni l’ateneo veneziano. La ricerca, avviata nel 2021 in loc. Motta della Girata - Santa Maria in Padovetere in occasione del progetto VALUE e poi proseguita (2022-2023) su concessione ministeriale, aveva lo scopo di indagare più in profondità uno dei luoghi chiave della storia di Comacchio nella Tarda Antichità e nell’alto medioevo. Questa area aveva già restituito, verso la fine degli anni ’50, le fondazioni di una chiesa con relativo battistero databile al VI secolo d. C. e, nel 2015, i resti ben conservati di una barca del V secolo d. C.. Il sito doveva costituire, dunque, un punto di snodo importante lungo il percorso del vecchio Po (quello di Spina) ormai senescente in epoca Tarda Antica ma ancora in funzione e in connessione con un altro canale, questa volta artificiale, che, dal fiume, arrivava fino alle porte di Comacchio.

Un cimitero e forse resti di peschiere completavano il quadro, molto frammentario, della documentazione archeologica di questo luogo finora in possesso degli archeologi e dunque un nuovo progetto si rendeva necessario per chiarire quali fossero le diverse connessioni che univano questi resti e quale significato storico avessero nel tempo. I risultati non si sono fatti attendere.         

Intanto sono venuti alla luce, vicino e al di sotto del complesso di culto, le tracce chiare e consistenti di una serie di edifici di legno (magazzini) che hanno restituito moltissimo materiale archeologico (ceramiche), anche di importazione, databile al V secolo d. C., confermando come questo luogo fosse un’importante stazione di sosta lungo il percorso fluviale.
Poi, la prosecuzione delle indagini verso nord, ha messo in luce, quest’anno, insospettati resti di un edificio di epoca ben più antica (età augustea?), assieme a diverso materiale ceramico dello stesso periodo. Nello specifico si tratta di un ambiente con pavimento in mosaico con fondo a tessere nere e piccoli elementi decorativi in bianco. Una testimonianza di cronologia così alta avvicina questo contesto agli altri insediamenti di epoca romana conosciuti ed indagati in quest’area, come Bocca delle Menate, Baro Zavalea, Salto del Lupo etc.

Naturalmente lo scavo di questo straordinario contesto è agli inizi e dunque solo una sua prosecuzione potrà meglio chiarire la funzione di tali strutture e la loro evoluzione nel tempo, recuperando un tassello storico decisivo della storia di questo territorio che dall’etrusca Spina arriva fino al più importante emporio italiano alto medievale, cioè Comacchio.

“Sono molto soddisfatto dei risultati che la mia Università continua a conseguire a Comacchio – dichiara il prof. Sauro Gelichi, Direttore scientifico degli scavi di Ca’ Foscari - nel solco di una pluriennale collaborazione con l’Amministrazione Comunale e con la Soprintendenza di Bologna. Impegnata nelle ricerche sull’emporio, uno dei più importanti in Italia e nel Mediterraneo dell’alto medioevo, la nostra Università sta ora cercando di approfondire meglio le fasi formative di questo insediamento (noto solo a partire dagli inizi del secolo VIII), indagando non solo il sottosuolo cittadino (come è stato fatto nel 2006-08 e nel 2021) ma anche allargando lo sguardo verso il territorio circostante, come stiamo facendo in questa occasione”.     

Commenta così il Sindaco di Comacchio Pierluigi Negri: “Negli anni il Comune di Comacchio è stato in ambito archeologico una vera ‘start up’ in grado di tessere relazioni internazionali fondamentali, per diffondere il prestigio delle proprie radici e contribuire, al contempo, alla storia archeologica nazionale, collaborando con gli Atenei Ca’ Foscari di Venezia, Alma Mater Studiorum di Bologna, Università degli Studi di Ferrara ed Università di Zurigo. Grazie all’Università veneziana, le scoperte a Santa Maria in Padovetere degli ultimi anni dimostrano il ruolo cruciale di questo sito e il suo ruolo nella millenaria storia di Comacchio”.

Una presenza importante quella di Carolina Ascari Raccagni, in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, a sottolineare la disponibilità e lungimiranza dimostrata a Comacchio dalla Soprintendenza con la concessione di aree scavo.


Giovedì 29 giugno dalle ore 17,30 sarà possibile visitare gli scavi condotti dall’Università Ca’ Foscari di Venezia nell’area di Santa Maria in Padovetere, con la guida dei professionisti che conducono l’indagine archeologica.
Per partecipare occorre prenotarsi allo 0533 314154 (IAT Comacchio) entro le ore 15 della giornata di giovedì 29.

L'iniziativa, organizzata in collaborazione da Assessorato alla Cultura del Comune di Comacchio, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per Bologna metropolitana e per le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e Università Ca’ Foscari, consentirà ai partecipanti di vedere dal vivo i recenti importanti rinvenimenti nell'area di scavi.

Per assicurare il rispetto della sicurezza, i visitatori dovranno adeguarsi alle indicazioni fornite dagli accompagnatori e garantire il pieno rispetto dei beni archeologici riportati in luce. L’area di Santa Maria in Padovetere chiuderà alle ore 19.


 

Ultimo aggiornamento

Mercoledi 28 Giugno 2023