Un evento in laguna, accanto al ponte degli Sbirri – quasi una profezia -, pensato per riflettere sul ruolo dei giornalisti in ogni tempo, specie quando la libertà di espressione è minacciata o peggio preclusa. Se poi a raccontare il mondo, con le sue bellezze e atrocità, è una donna, magari nata nel 1907 e “antifascista ardente” il libro di Massimo Novelli, con prefazione di Marco Travaglio e introduzione di Maddalena Oliva, offre uno sguardo disincantato e attento in cui libertà e verità si incontrano.
Giovedì 11 maggio scorso, presso il locale Lo Sbirro Grastrotheque, nel centro storico di Comacchio, il noto giornalista e scrittore Massimo Novelli ha presentato il suo libro "Il caso Lea Schiavi" - Grafot 2022. Davanti a un pubblico molto interessato ha moderato l'incontro Chiara Tiloca alla presenza dell'assessore alla cultura Emanuele Mari.
Si chiamava Lea Schiavi. Era nata a Borgosesia, in Piemonte. Bella e coraggiosa, sognava di girare il mondo, amava il cinema e il giornalismo, e fu la prima reporter di guerra donna a cadere sul fronte. Dopo avere scritto per diversi giornali, alla vigilia della Seconda guerra mondiale partì per i Balcani per alcuni reportage. In quei mesi divenne una "antifascista ardente" e finì nel mirino della polizia fascista italiana. Nei suoi confronti venne spiccato un ordine di cattura. Fu in Jugoslavia, Romania e in Bulgaria, dove si sposò con il giornalista americano della CBS Winston Burdett; poi in Turchia, Siria e infine Teheran. Aveva soltanto 35 anni quando, il 24 aprile del 1942, morì assassinata in un agguato tra le montagne dell'Azerbaigian iraniano. Il delitto rimase impunito. Chi impartì l'ordine di ucciderla? Agenti nazifascisti su ordine del servizio segreto del Regime di Mussolini? Oppure i sovietici, che occupavano una parte dell'antica Persia? Dimenticata in patria, è onorata negli Stati Uniti, ad Arlington, al Freedom Forum Journalists Memorial, dedicato ai reporter uccisi in guerra: è la prima giornalista donna elencata. Questa è la sua storia, ricostruita con rigore e attraverso numerosi documenti inediti.
Massimo Novelli, nato nel 1955 a Torino dove vive, è scrittore e giornalista (redattore e inviato a “la Repubblica” per oltre vent’anni e poi collaboratore di “Il Fatto Quotidiano” e “Il Mattino” di Napoli). È autore di diversi libri di storia risorgimentale e napoleonica, tra cui La cambiale dei Mille e altre storie del Risorgimento per Interlinea e Vita breve e rivoluzioni perdute di Napoleone Luigi Bonaparte per Aragno. Ha curato la ristampa di opere di Giovanni Arpino, Guido Seborga e Stefano Terra, tra gli altri. Nel 2021 ha pubblicato con Interlinea Donne libere. Amanti, patriote, eroine e pensatrici nel secolo dei lumi.