Si è tenuto lo scorso 22 settembre, nel contesto della rassegna "I giovedì di Spina", incontri di archeologia per le celebrazioni del centenario della scoperta della città etrusca, la conferenza dal titolo "La tutela del patrimonio archeologico", ospiti il Tenente Colonnello Giuseppe De Gori del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri e il Tenente Massimiliano Massani della Guardia di Finanza.
Hanno aperto l'incontro l'Assessore alla Cultura arch. Emanuele Mari e la funzionaria responsabile del Servizio Istituti Culturali dott.sa Laura Ruffoni.
Mari, dopo aver presentato i relatori e introdotto il tema, richiamando i contenuti della legislazione in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali che già hanno reso possibile l'arrivo al Museo Civico Delta Antico di Comacchio di numerosi reperti dal Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, ha auspicato che ciò avvenga anche per i beni archeologici frutto di sequestri.
Ruffoni ha espresso considerazioni sulla tutela, riportando inoltre la nota fatta pervenire dal Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara dott. Tiziano Trocchi, focalizzata sulla strettissima collaborazione tra le Soprintendenze e le Forze dell'Ordine nel contrasto al traffico illecito di beni culturali nazionali, oggi e nel passato.
L'incontro è entrato nel vivo con l'intervento del Tenente Massari sulle attività e funzioni della Guardia di Finanza, che ha ricordato anche l'intenso impegno svolto nei decenni degli scavi della necropoli di Spina nelle Valli Pega e Trebba. Il Tenente ha letto suggestivi stralci dei verbali dell'epoca, da cui emergono le difficoltà dell'operare in un territorio ampio e spesso impraticabile.
Il Tenente Colonnello De Gori ha illustrato le attività del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, unico corpo di polizia, a livello internazionale, altamente specializzato nella difesa dei beni archeologici, artistici e culturali, attraverso il contrasto a furti, scavi clandestini, falsificazioni, danni al paesaggio. Il corpo è attivo anche nella messa in sicurezza dei beni nelle emergenze e in operazioni internazionali sotto l'egida dell'ONU.
Per contrastare le minacce al ricchissimo patrimonio italiano si sono sviluppate nel nostro Paese organizzazioni di assoluta eccellenza, ma i relatori hanno ribadito che i primi custodi devono essere i cittadini attraverso il rispetto e il controllo, consapevoli che i danni ai nostri beni sono danni alla comunità e alla possibilità di conoscere e valorizzare la propria storia.